Le gioie dell’insegnamento novantanovesima

Simulazioni

di Marika Marianello

disabilità

Ultimo lunedì di scuola, viva Iddio. Sei là che stringi il rosario, preghi Sant’Antonio, San Gennaro e Padre Pio ringraziandoli perché anche quest’anno è quasi finita senza troppi morti né feriti sulla coscienza. Hai il corpo dolorante, la mente sfracellata, il fegato avvelenato e il colon irritato con docenti, studenti, dirigenti e genitori ingrati, come ogni giugno che si rispetti. Tuttavia, pregusti già il profumo inebriante della libertà: quell’ebbrezza che solo il precariato sa regalarti con i mesi di disoccupazione mal retribuita dall’INPS e quel senso di incertezza perenne che preannuncia settembre.

E tra un Malox e un fiore di Bach ti godi le gioie dell’ultima settimana entrante, quelle più profonde, più intense, che ti ripagano con gli arretrati della fatica spesa a romperti il cazzo ogni santo giorno per nove lunghi mesi fra i banchi, in mezzo al disagio della periferia e alla puzza d’ascella di chi non ha mai visto un sapone, figuriamoci il deodorante.

Sono i giorni dedicati alle simulazioni d’esame che vedono adolescenti spavaldi crollare in lacrime all’apertura della prima busta, balbettare miserabilmente e arrampicarsi sugli specchi mentre confondono Pascoli con Foscolo o la Prima con la Seconda Guerra Mondiale come niente fosse.

Poi ci sono loro.

I colloqui di chi abita il complesso mondo della diversità accendono micce di grande gioia condivisa e rappresentano momenti esilaranti di forte commozione e coinvolgimento: sono emozioni estreme che ti fanno passare dal riso al pianto e viceversa senza soluzione di continuità; piccole grandi conquiste quotidiane che altro non sono che il frutto di un lungo lavoro certosino, paziente e costante che tiene conto ogni secondo di tutti i limiti che la disabilità comporta nel tentativo stesso di superarli. Barriere di cui nessun@ ha di certo nozione fino in fondo, ma che, una volta in ascolto, possono aprire altri orizzonti percettivi di conoscenza e di relazione: non è facile la convivenza con il diverso in uno spazio come l’aula di un liceo, immaginati in società, ma è assolutamente necessaria per la costruzione di una comunità democratica diversificata e basata sul rispetto dell’altro.

Ti accorgi che per loro, i ragazzi e le ragazze speciali che rallegrano le nostre scuole, le simulazioni d’esame sono vere e proprie simulazioni di vita vissuta e di vita che vivranno fuori da quelle mura.

Grazie, per questo scorcio di vita insieme e per le grandi cose insegnate.

SessualitaDisabilita

Articolo 3

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»

 

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